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Una passione che si trasforma in successo: la storia delle profumerie Douglas ne "Il paradiso dei profumi" di Charlotte Jakobi

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Il paradiso dei profumi
di Charlotte Jacobi
tre60, 2023

Traduzione di Francesca Gimelli

pp. 392
€ 18,60 (cartaceo)
€ 8,99 (e-book)


Con Il paradiso dei profumi prosegue la saga della profumeria Douglas, o meglio delle giovani donne che, con tenacia, caparbietà, competenza e passione, diedero avvio allo storico marchio di profumerie tuttora esistenti. Questo romanzo è la seconda parte della storia: il primo volume, Le ragazze dell'atelier dei profumi, uscito nel 2021, narrava gli esordi del negozio-laboratorio nato ad Amburgo nel 1910, grazie a Berta Kolbe, titolare della ditta di saponi Douglas, che introdusse alle tecniche e ai segreti del mondo olfattivo dei profumi due giovani amiche di famiglia.

Maria e Anna Carstens, così si chiamavano le due ragazze, riuscirono a trasformare la passione in un negozio, superando, grazie all'aiuto della nonna, l'ostilità dei genitori che non vedevano di buon'occhio il fatto che due ragazze, anziché pensare al matrimonio, si gettassero nel mondo dell'impresa, tradizionalmente maschile. Ma, come spesso ricordano Anna e Marie, il motto della nonna era «Siccome sono realista credo nei miracoli».

In questo secondo romanzo si narra la vita della profumeria, diventata in breve tempo un must, come si dice adesso, per le donne di Amburgo e non solo, nell'epoca degli anni 20 che, per la Germania, non furono esattamente una belle époque: sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, assediata dai debiti dovuti alle riparazioni di guerra imposte dalle potenze vincitrici con il Trattato di Versailles, nella morsa dell'inflazione, scossa da rigurgiti nazionalisti che vedono l'ascesa di un giovane Adolf Hitler, la Germania sembra avviarsi verso un futuro incerto. La gente non ha abbastanza soldi per comprare oggetti e beni che non siano di prima necessità, come i profumi, ed è proprio questa la preoccupazione che attanaglia Marie e Anna Carstens, protagoniste anche di questa seconda parte, ma soprattutto delle loro figliocce entrate a dare un aiuto nella profumeria, le sorelle Hertha e Lucie Harders. E con loro la commessa Eugenie Schalt. 

Sono proprio le vicende di queste donne, alle quali si aggiunge una miriade di altri personaggi (tanto che nelle prime pagine è presente una mappa con nomi e famiglie per aiutare il lettore a districarsi tra tanta abbondanza), a costituire la nervatura del libro, mentre il ruolo di protagonista principale rimane quello del negozio di profumi di Neuer Wall, la via delle vetrine così amate. Tanti personaggi che corrispondono a rivoli diversi della storia, alcuni più seguiti, altri meno.
In un crescendo turbinante di nuove scoperte e di primi amori, la vita delle sorelle Carstens e Harders ruota intorno ai profumi, vera traccia olfattiva che tiene legate le vicende esterne al negozio. Sono i tempi di alcune fragranze nuovissime, come la vaniglia, il cocco, e soprattutto l'ambra che si innestano sulle note floreali e agrumate, già ben conosciute, a dare vita a profumi nuovi e conturbanti.
La clientela, sempre più ridotta, è costituita dalle signore della nobiltà e dell'alta borghesia della città anseatica, restie a perdere i propri privilegi e a capire che il mondo sta cambiando. 
Saranno proprio le giovani sorelle Harders, a cui sempre più le titolari Carstens affidano il negozio, a dover affrontare il periodo di crisi e a dover pensare a nuove idee per dare linfa e vitalità alla Profumeria Douglas. Che rischia anche di sparire quando i locali dove per dieci anni ha messo in mostra le più eleganti boccette di vetro e cristallo cambiano di proprietario e di destinazione.

Sono tanti i temi trattati dal libro: le prime ondate di immigrazione dalla Cina e i problemi di convivenza, l'amore tra etnie diverse (rappresentato dal sentimento che lega Lucie al giovane cinese Anjing), la violenza degli uomini contro le donne (come purtroppo sperimenterà la dolce Eugenie sulla propria pelle), la novità di un'impresa tutta al femminile, i primi sintomi di libertà e autonomia delle donne. Un tema di grande interesse questo perché narra di un successo tutto conquistato da donne, con le difficoltà, insiste nel tempo, di farsi prendere sul serio in un mondo imprenditoriale maschile e di acquisire autorevolezza, come invece le sorelle Carstens sono riuscite a fare. E infine l'America, la grande sirena, che attrae con le sue luci e la promessa di un nuovo mondo e che darà alla nuova Profumeria Douglas il suo turchese caratteristico. Un azzurro-verde che altro non è se non il manto della Statua della Libertà, quel rame ormai ossidato che veste la grande dea di guardia sull'Hudson.
Temi di importanza capitale che, però, a volte, faticano un po' a farsi largo nell'atmosfera un po' leziosa che, a tratti, prende sopravvento sul romanzo dandogli un'aria molto bon ton, quasi da lettura ottocentesca per signorine bene, con ampi brani descrittivi che rallentano l'andatura narrativa e uno scavo psicologico degli avvenimenti non sempre così ottimale.

Il quadro storico è molto interessante, anche se la scelta dell'autrice di delineare le vicende storiche non come narratore onnisciente o voce terza, bensì attraverso le conversazioni dei personaggi finisce per togliere credibilità ai dialoghi del romanzo: suona un po' strano e poco credibile che signorine giovanissime (Lucie ha solo 15 anni) interessate a profumi, lezioni di ballo, primi appuntamenti, lettere galanti, improvvisamente disquisiscano, con la competenza di un analista finanziario, di inflazione o di uno stratega militare di eventi bellici. Sarebbe stato, a mio parere, più realistico se il quadro storico fosse stato utilizzato come cornice nella quale inserire gli avvenimenti. 

Nonostante queste piccole debolezze letterarie, nelle quali si innesta anche l'abitudine di chiamare i personaggi costantemente per nome e cognome (Lucie Harders, Marie Carstens, Hertha Harders, Anna Carstens, Pauline Lambert, Henny Henckel e via discorrendo), una scelta che allontana i personaggi e crea artificiosità, il romanzo crea una certa curiosità e induce alla lettura. Complice una scrittura fluida e mai pesante che si lascia leggere con una certa piacevolezza e una storia che, con la sua complessità e la sua peculiarità, desta interesse. Si finisce per affezionarsi a questo gruppo di giovani donne così intraprendenti e pronte a sfidare i cliché dell'epoca.

Charlotte Jacobi è in realtà lo pseudonimo di due scrittori, Eva-Maria Bast, giornalista, e Jørn Precht, docente universitario e sceneggiatore che hanno deciso di raccontare come e quando la Profumeria Douglas diventò un marchio tuttora conosciuto in tutto il mondo. Il terzo volume della saga, già in preparazione, coprirà con tutta probabilità il periodo che porta alla Seconda Guerra Mondiale.
Perchè basta crederci... e il sogno continua.

Sabrina Miglio